Una strada tra le sequoie
La California è a tutti nota per essere la patria del “sogno americano” con le sue esclusive località, la Silicon Valley, le aree metropolitane di Los Angeles e San Francisco spesso reclamate da notizie di terremoti o altri episodi di cronaca, quantomeno improbabili per noi europei, com’è stato il recente deragliamento “controllato” di un treno carico di segati di conifere, nei pressi di Los Angeles. Nel selvaggio Nord percorrendo la Trinity Valley, solcata dall’omonimo torrente, si costeggia foreste di Pini e Douglasie incontrando anse cristalline presidiate dai cannoni ad acqua, residuati industriali dell’epopea dell’oro e tali da evocare la suggestiva atmosfera del periodo. Ogni tanto, un punto di ristoro permette al viaggiatore di soffermarsi per godere la frescura offerta dalle acque correnti, assaggiando qualche trota arrostita o un onnipresente hot dog; il valico sulla dorsale montuosa sull’oceano ci libera, con le sue grandi nubi, dal clima torrido svelandoci freschezza e ventilazione, certamente insoliti, alla nostra cognizione di località costiera in estate. Con oltre 382.000 acri di foreste autoctone (dei quali 125.000 protetti) questo è probabilmente il più ricco stato della federazione U.S.A. data la varietà dei contesti ambientali e gli spettacolari panorami, passando dal caldo torrido delle aree interne alle umide e sempre ventilate coste del Pacifico con differenziali di temperatura di anche 20° C in poche minuti e miglia di distanza.
Schematizzando in numeri è stato stimato che, solo poco più del 20% della superficie forestale è sfruttata dalle industrie utilizzatrici, mentre oltre il 51% è area protetta destinata a “parco naturale” e il restante 29 % è occupato prevalentemente da foresta autoctona libera e non vincolata allo sfruttamento. Il visitatore potrà avere una percezione genuina e non meno importante dei siti turistici da sempre pubblicizzati sui parchi nazionali tra i quali, il più famoso e ineludibile Yosemite Park, ricco di pini e sequoie ultrasecolari, all’ingresso del quale si è simpaticamente diffidati dai rangers a tenere una condotta previdente per gli orsi (…nessuna borsa in vista sui sedili), capaci di aprire le autovetture come fossero scatolette di sardine. Le principali specie conifere del nord della regione sono oltre, alla Sequoia (Redwood ed esattamente la specie Sequoia sempervirens) il Pino ponderosa (Ponderosa Pine), il profumato Cedro incenso (Incense Cedar) e il sempre apprezzato Douglas (Douglas Fir), solo secondo alla Sequoia in quanto a reputazione, ma primo per volumi di produzione.
È probabilmente la regione al nord della California quella più densamente popolata da questi incredibili alberi che, per la loro natura autoctona, hanno permesso lo sviluppo dell’intero assetto industriale dell’area in una comunità che esprime piena consapevolezza del patrimonio affidatogli efficacemente tradotto nel motto “Far crescere oggi la foresta di domani”. Tra le conifere, la Sequoia risulta essere la più rapida in accrescimento (raggiunge mediamente oltre 40 metri in 30 anni) sempre spettacolare per gli esemplari offerti di oltre cinquecento anni d’età con un’altezza raggiunta di oltre 110 metri (superando la nostra Torre di Pisa di oltre 50) in un effetto di “vertigine alla rovescia” per l’osservatore che la traguarda dal basso. Una sequoia diviene anziana dopo i 200 anni d’età, assumendo così qualche interesse commerciale e, al suo abbattimento, è previsto dal protocollo di riforestazione il reimpianto d’almeno altre cinque esemplari provenienti da speciali industrie di coltivazione. Da segnalare la strada nota come “Giant’s avenue” (letteralmente “viale dei giganti”) contigua all’U.S. 101 tra le cittadine di Pepperwood e Phillipsville dove il visitatore, lasciando il traffico ordinario, semafori, truck e ogni altra traccia di civiltà sviluppata s’immerge nella pienezza di una lussureggiante foresta di sequoie centenarie, disseminate nella valle solcata dal fiume Eel River.
È probabilmente la regione al nord della California quella più densamente popolata da questi incredibili alberi che, per la loro natura autoctona, hanno permesso lo sviluppo dell’intero assetto industriale dell’area in una comunità che esprime piena consapevolezza del patrimonio affidatogli efficacemente tradotto nel motto “Far crescere oggi la foresta di domani”. Tra le conifere, la Sequoia risulta essere la più rapida in accrescimento (raggiunge mediamente oltre 40 metri in 30 anni) sempre spettacolare per gli esemplari offerti di oltre cinquecento anni d’età con un’altezza raggiunta di oltre 110 metri (superando la nostra Torre di Pisa di oltre 50) in un effetto di “vertigine alla rovescia” per l’osservatore che la traguarda dal basso. Una sequoia diviene anziana dopo i 200 anni d’età, assumendo così qualche interesse commerciale e, al suo abbattimento, è previsto dal protocollo di riforestazione il reimpianto d’almeno altre cinque esemplari provenienti da speciali industrie di coltivazione. Da segnalare la strada nota come “Giant’s avenue” (letteralmente “viale dei giganti”) contigua all’U.S. 101 tra le cittadine di Pepperwood e Phillipsville dove il visitatore, lasciando il traffico ordinario, semafori, truck e ogni altra traccia di civiltà sviluppata s’immerge nella pienezza di una lussureggiante foresta di sequoie centenarie, disseminate nella valle solcata dal fiume Eel River.
Dopo una visita nella cittadina di Fernandale, avvolti da architetture originali del periodo vittoriano, c’immergiamo in questa spettacolare e vera foresta di giganti, dove non si può resistere a ripetute fermate necessarie per toccar con mano gli incredibili giganti ancora in vegetazione o qualche altra volta (e non è meno emozionante), stesi a terra, abbattuti dalla violenza del vento oceanico. Infatti, in conseguenza della formazione dell’apparato radicale a “platea” (per questo non sviluppato in profondità), le sequoie offrono una scarsa resistenza alle sollecitazioni del vento dell’oceano Pacifico, cadendo al suolo letteralmente sradicate.
Non mancate di raggiungere l’estremità Sud della strada dove, con una breve deviazione, è da visitare la famosa sequoia candeliere, opportunamente scavata alla base del tronco e quindi predisposta all’attraversamento del suo tronco eretto, dall’intero gruppo di familiari comodamente seduti all’interno della vostra autovettura! La peculiare caratteristica tecnologica, che rende questa specie legnosa assolutamente unica e prima fra le altre specie conifere è riconoscibile nel parametro risultante dal rapporto massa volumica e prestazioni del materiale, ovvero l’efficienza strutturale (bassa densità ed alte prestazioni offrono una maggiore efficienza). Questo trova piena considerazione tecnologica all’uso del materiale, leggero e molto resistente, ideale per un sistema edilizio giustificato nell’adozione sistematica degli standard di sicurezza antisismica offerte dalle costruzioni di legno tipicamente diffuse e conosciute come “ballon frame”, divenuta poi, una vera e propria tipologia edilizia. La possibilità di vivere e visitare le abitazioni di legno della regione, è per noi occidentali, una sicura esperienza di tipo culturale dove, le prestazioni di tenuta all’aria, al vento ed il termoisolamento richieste da serramenti e annessi alla casa sono minime, in quanto alle diverse capacità, adeguate alle pretese minimali del tipo edilizio. Un ampio e molto tipico deck, prospiciente l’ingresso sarà un gradevole locale living dove ospitare amici sorseggiando delle birre, calpestando un piano in doghe di legno di sequoia o douglas, improbabilmente protette da vernice od olio e immancabilmente consunte dagli agenti meteo.
Scotia è una deliziosa cittadina sorta sul progetto industriale di sfruttamento delle aree boschive dell’area circostante dove, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, generazioni d’americani hanno consolidato un’importante industria che, dalle utilizzazioni boschive arriva alla produzione di semilavorati, la Pacific Lumber Company. Il visitatore potrà farsi opinione sulla consolidata cultura della “foresta sostenibile”, visitando con sicuro gradimento il museo dedicato ed ospitato in un fabbricato risalente alla fondazione della città, insieme al relativamente antico teatro cittadino (conta circa 170 anni, ed ha subito un incendio che lo ha distrutto agli inizi dello scorso secolo) unici edifici “storici” e certamente i più rappresentativi e prestigiosi. La comunità del piccolo paese è intimamente legata alle attività forestali, trovandosi spesso nella stessa famiglia anche tre generazioni d’operatori con attività presenti o trascorse diversamente indotte nell’industria che novera oltre 1000 addetti.
Prima di essere una ridente cittadina, Scotia è certamente una comunità forestale dove ogni attività, dal trasporto, all’abbigliamento sembra essere coniugata dallo stile di vita proprio di chi lavora nella foresta.Tra le diverse strutture troverete un curioso ed interessante spazio informativo dedicato alle attività
di protezione e allevamento dei salmoni con la presentazione dell’intero ciclo biologico del “sistema foresta” e la sua salvaguardia. Questo termine raccoglie non un mero insieme d’alberi e piante ma l’ecosistema forestale tutto, con i suoi corsi d’acqua, volatili, animali diversi, posti al centro di una politica di gestione per uno sfruttamento sostenibile che, per il livello espresso, non potrà classificarsi diversamente di quanto al meglio oggi accreditabile nel nostro pianeta.
Numerosi riconoscimenti sono stati, infatti, assegnati alla società e significativo è quello pervenuto nel 1994 dall’America Forest and Paper Association per il programma svolto di ripopolazione ittica dei corsi d’acqua, ovvero il Wildlife Stewardship Award. Gli States, sono certamente stati precursori nel mondo nelle politiche di riforestazione e tutela dell’ecosistema risultando stimato che, per ogni cittadino americano, sono annualmente reimpiantate nove piante. Gli impianti industriali sono dislocati su diversi ettari e diventano certamente prevalenti per la loro presenza sul panorama osservabile dalle circostanti colline; frequentemente dei colorati truck carichi di tronchi, incrociano o accompagnano il viandante (il quale, se lo trova davanti nella corsia di marcia, rinuncerà al sorpasso!) e lo avvisano che è giunto in prossimità di un importante polo di lavorazione del legno. Il legno è molto presente nel territorio urbano. Le abitazioni e gli edifici pubblici sono inevitabilmente provviste di coperture con le caratteristiche scandole, carbonizzate dal tempo, tipiche e diffusissime nell’intera regione, che qui diventano una sorta di biglietto da visita della comunità esprimendo anche così una decisa sensazione di grande tradizione e confidenza all’uso del legno. Questa, è qui una condizione certamente consolidata nella politica sociale (in realtà meglio dire, “filosofia di vita”) di una corretta gestione del patrimonio forestale, all’insegna di uno sfruttamento sostenibile nelle generazioni future della comunità.
Buon viaggio a tutti!
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Alessandro Romiti
28 Dicembre 2021