Nell’acquisto di un prodotto di legno per l’edilizia della casa – siano essi porte in legno, tavoli o mobili – il prodotto in massello sembra avere un requisito che lusinga l’utente medio.
Soddisfa un’ancestrale esigenza di genuinità del materiale, acquisita nel retaggio della tradizione della civiltà contadina.
La consuetudine del mobile di “tavola” (il termine usato dai vecchi per designare il massello) è consolidata nell’esperienza umana della nostra generazione.

Porte in legno e prodotti di legno per l’edilizia della casa
Chi non si ricorda dei tavoli dei nonni in massello di legno di frutto, olmo, castagno o noce) e viene spesso ritenuta espressione di un carattere di qualità del prodotto.
Proprio di un valore autentico perché materico e conforme alle esigenze umane.
Tale convinzione è smentita dal punto di vista tecnologico e addirittura censurata nella pratica.
Data la peculiare caratteristica del legno d’esprimere sensibili variazioni dimensionali a seconda delle variazioni d’umidità dell’ambiente ove è collocato.
Questo è un carattere incomprimibile e solo grazie alle tecniche di produzione di elementi semilavorati “stratificati” o “lamellari” è stato possibile ottenere una migliore stabilità degli arredi.
Queste problematiche sono certamente state considerate e previste dalla società che aveva proceduto nella produzione di porte interne di legno di pino silvestre (comunemente noto come pino di svezia).
Di qualità certamente ottima vista la regolarità del disegno e la nettezza dei nodi.

La classe di provenienza del pino silvestre era peraltro tale da considerare come giusta per il contenuto dell’umidità media del legno da prevedersi in un intorno del 10%.
Vista la destinazione d’uso dei componenti all’interno di abitazioni civili di tipo residenziale.
I manufatti erano quanto di meglio disponibile per la tipologia di prodotto: il pannello-porta in più tavole, telaio massiccio con nodo d’incastro a “cava e tenone”.
Tutto normalmente apparente al momento della consegna in un assetto di piena regolarità anche per la stabilità offerta nel momento delle prove di funzionamento.
In una sola parola erano porte decisamente di “buona qualità” che svolgevano egregiamente il loro presupposto di arredo nell’interno dei locali.
Le manovre di apertura e chiusura delle ante erano state fatte in tutte le unità immobiliari dal capocantiere con risultati soddisfacenti.
Porte in legno e collaudo: i prodotti in legno per edilizia e cosa sapere.
Quindi un definitivo collaudo dei prodotti che ha permesso il benestare dell’intera impresa capo-appaltatrice.
Le porte sono state prodotte per una società di costruzioni che si è fatta acquirente dei serramenti interni ed esterni e ne aveva provveduto la consegna nel periodo d’esecuzione delle opere di tinteggiatura.
Tale contestuale processo edilizio, proseguito con le porte installate, sarà decisivo per l’innesco del danno e la contestazione della fornitura.
L’introduzione delle pitture murali (con idropitture a base d’acqua) ha infatti avviato un’immissione d’acqua significativa, andata a sommarsi all’acqua di ricaduta dal cantiere.
Che – giova ricordare – è sempre un fattore subdolo e persistente nella complessa dinamica d’equilibratura igroscopica delle strutture edilizie.
Dopo il collaudo, il cantiere composto di otto villette a schiera non è stato visitato da nessuno al suo interno e così non sono state fatte le necessarie aperture delle finestre per il ricambio dell’aria interna.
Umidità: il solo nemico delle porte in legno?
Nè per l’evacuazione delle masse d’umidità che si erano subdolamente liberate dalle paratie di muratura. Tale processo di “ricaduta d’umidità” è direttamente proporzionato alla temperatura ambiente.
Ma anche alla “pressione di vapore” (ovvero all’umidità relativa contenuta nell’aria).
Infatti, è ben comprensibile come la cessione dell’umidità (sotto forma di vapore acqueo) sarà ben più rapida se l’aria dell’ambiente è “secca” (Ur< 40%).
Mentre, sarà molto più lenta se vi sarà una condizione di preminente “umidità” (Ur>60%).
Le porte che sono raffigurate nelle immagini, dopo aver subìto un lungo periodo d’esposizione all’umidità dell’ambiente (stimabile in valori oscillanti intorno al 65%).
Hanno sviluppato delle deformazioni dimensionali tali da impedire la loro utilizzazione.

Battuta e telaio: la chiusura deve essere perfetta.
La porta non “incontrava” più la battuta del telaio alla quale era stata designata per accostarsi e formare una chiusura.
La formella interna, realizzata per l’appunto in massiccio di pino, aveva espresso dei rigonfiamenti di oltre 8 millimetri.
Si erano “scaricati” sul telaio perimetrale che la conteneva, generando un aumento dimensionale intollerabile alla natura e progettazione del manufatto.
Un autentico disastro: alcune porte erano “bloccate” e dovevano essere aperte con delle spallate, altre non si chiudevano nemmeno e restavano aperte.
Dato che, il traverso superiore del pannello porta s’incontrava con il traverso del telaio.
Altre ancora presentavano svergolamenti dell’intero pannello porta, con grandezze superiori a 20 millimetri di freccia.
La relazione di causa dell’evento è stata considerata nella circostanza esatta del contesto dei luoghi e delle vicende svolte nel cantiere.
Sussistendo, infatti, due unità immobiliari che avevano avuto disponibilità delle porte pochi giorni prima dell’immissione e il contemporaneo possesso da parte dell’acquirente.
Porte in legno e finestre in legno: tutto va studiato prima!
L’uso regolare e periodico della casa con apertura di porte e finestre aveva contribuito definitivamente a impedire la formazione di sacche d’aria.
Assicurando il più regolare equilibrio del vapore acqueo che non ha certamente ecceduto i valori medi di riferimento intesi intorno al 50% del contenuto di Ur.
Il contraddittorio espresso tra l’impresa e la società produttrice dei manufatti ha permesso di conoscere l’esatta causa del danno e definire un conveniente approccio risolutivo della controversia.
Le porte sono state sostituite nella loro totalità e l’impresa di falegnameria ha contribuito per 1/3 del loro valore complessivo.
Senza per questo dover riconoscere nessuna responsabilità nel danno dovuto certamente a un’impropria e carente conduzione del fabbricato, da parte dell’impresa medesima.
La contestazione espressa dall’impresa nei confronti della società produttrice delle porte era svolta sulla loro superficialità descrittiva del prodotto alla sua consegna.
Umidità ambientale: necessità e cosa sapere sulle variazioni
Nessuna raccomandazione era stata espressa sulla necessità di assicurare nel cantiere un’umidità ambientale compresa nei valori medi di riferimento intorno al 50%.
Questa prescrizione sarebbe stata opportuna e adeguata per la peculiare caratteristica dei manufatti di essere di legno massiccio.
Ovvero un materiale spiccatamente sensibile alle variazioni del contenuto d’umidità dell’ambiente.
È altresì vero che la prevalenza delle porte industriali è realizzata in materiali tamburati e placcati con rivestimenti di piallaccio, senza alcuna riserva o prevenzione sul loro impiego.
Ciò ha generato una convinzione che non sia necessario procedere ad assicurare nessun tipo d’attenzione al carattere igrotermico dei locali ove esse sono installate.
Questo è altresì smentito nella fase dei primi periodi di consegna del cantiere medesimo.
Quando il cantiere esprime massimamente il fenomeno della ricaduta d’umidità dalle strutture murarie, creando pregiudizio per la stabilità e regolarità dimensionale di parquet e porte di legno.
Articolo di Alessandro Romiti – Studio Romiti Legno – Perito del Legno